La casa di Jack - un film di Lars von Trier
ho preso questo film per due motivi:
1) se n'è parlato tanto
2) per controllare se Von Trier era uscito dalla fossa creativa in cui per me stava dopo Melancholia e Nymphomaniac, film che considero ristagnanti
prima impressione: si è bruciato il cervello....
Jack va costruendo una casa....il materiale gli parla e dovrebbe indurlo come costruttore a trovare un equilibrio e un'originalità edificativa, ma lui continua a demolire i suoi tentativi....parallelamente lui ammazza la gente....in grande quantità.
seguiamo questo suo racconto in 5 incidenti scelti a caso nella sua produzione, raccontati con presunta sincerità durante un ininterrotto dialogo (che presumiamo post-mortem) col suo traghettatore, Virgilio, proprio lui in persona, il poeta specializzato come guida turistica dell'Inferno
seconda impressione il genio che copia è genio o è uno che copia?
un dilemma che rimanda a Picasso....su cui ho le mie idee....
per una parte di film pare di avere a che fare con le situazioni e i dialoghi grotteschi e stracciaroli di Tarantino...solo che questo qui (e anche il suo Jack) si tronfia di prendersi parecchio sul serio, con tanto di digressioni con cartello a pennarello alla Godard, e atmosfere bluvellutesche alla Lynch....mah
terza impressione la catabasi
Jack ha una cella frigorifera piena stonfa dei suoi cadaveri, che lui conserva per farci masturbatorie digressioni (para o forse meta?)artistiche....alla fine, nel momento in cui deve andare all'inferno, la materia gli parla....e dove sta l'inferno? sotto una casetta di cadaveri costruita in una cella frigorifera, in un buco nel pavimento, sciaguattando in uno scolo fognario (e pensare che a Constantine bastava una bacinella d'acqua e un gatto da fissare)
ultima nota: la catabasi è una discesa nell'inferno con il corpo...tipo un'assunzione, ma in posti bassi